Il testamento e le pressioni dei familiari sul testatore - © Studio Notaio Annamaria Ferrucci | Giovinazzo e Bari | Puglia

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Il testamento e le pressioni dei familiari sul testatore
 
 
Il Notaio Annamaria Ferrucci risponde

Quesito: 
Tizio, vedovo, fa testamento olografo con il quale lascia alcuni beni alla figlia e tutto il patrimonio residuo agli altri due figli rimasti. La figlia è convinta che la disposizione testamentaria posta in essere dal padre fosse affetta da dolo, anche e soprattutto in riferimento all’età del testatore, affermando che per essere il padre un novantenne, la sua volontà fosse facilmente influenzabile da chi, diversamente dalla stessa che abitava in altra città, poteva stargli vicino.

Risposta:
Il rispetto assoluto della volontà del testatore impone che al fine di potere affermare che una disposizione testamentaria sia affetta da dolo, non è sufficiente dimostrare una qualsiasi influenza di ordine psicologico esercitata sul testatore, se del caso blandizie, richieste, suggerimenti o sollecitazioni; occorre, viceversa, la prova dell’avvenuto impiego di veri e propri mezzi fraudolenti idonei a trarre in inganno il testatore, avuto riguardo alla sua età, allo stato di salute, alle sue condizioni di spirito, così da suscitare in lui false rappresentazioni ed orientare la sua volontà in un senso in cui non si sarebbe spontaneamente indirizzata (così Cass. 31.08.2023, n. 25521; Cass., 17.10.2022, n. 30424).
Nulla esclude che tutti e tre i fratelli possano addivenire, in via transattiva, ad una divisione bonaria del patrimonio in tre quote uguali. 


 
 
 
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